Un museo itinerante per l’olio e per l’olivo
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Seggiano è uno dei molti comuni adagiati ai piedi del Monte Amiata e come tutte le realtà del territorio è stato sottoposto, in origine, al dominio senese e successivamente e diventato feudo delle famiglie Salimbeni e Ugurgieri.
E’ un paese caratteristico, che si erge su una collinetta dalla quale si spazia verso l’Amiata a sud e la Valle dell’Orcia ad ovest. La sua economia si basa principalmente sull’agricoltura e particolare cura viene dedicata all’olivo dal quale si ricava un olio DOP conosciutissimo ed apprezzato.
Proprio a tale prelibato prodotto è dedicato un museo itinerante, realizzato con il finanziamento per l’acquisto di tre immobili ubicati nel centro storico: il vecchio Palazzo Comunale, un antico frantoio completo d’attrezzature posto sotto la Piazza Umberto I e la sede dell’ex Monte dei Paschi.
Grazie a tali acquisizioni Seggiano ha programmato il progetto che è servito a lanciare l’attività museale e quella del Consorzio di Tutela della nuova DOP per l’olio, che va ad aggiungersi alla DOC del vino di Montecucco ed all’IGP della castagna dell’Amiata.
Punta di diamante del Museo l’antico frantoio, “arredato” con attrezzature d’epoca, macchinari usati nel passato per la frangitura e spremitura delle olive.
Nell’ambito dell’attività del museo si inserisce la Fondazione “Le radici di Seggiano” nata nel 2012 con l’intento di programmare e organizzare eventi culturali, itinerari, percorsi storico – museali, valorizzazione, lancio e vendita di prodotti tipici locali in un punto strategico del paese come Piazza Umberto I.
Fiore all’occhiello della Fondazione, dal punto di vista culturale e scientifico, è senz’altro l’olivo intelligente il cui tronco emerge in una graziosa piazzetta e le sue radici, coperte di “pane”, sono sospese sul cisternone, un pozzo altissimo con la base ricoperta di acqua.
La pianta viene alimentata con il sistema aeroponico (radici in sospensione nell’acqua) e trasmette i suoi impulsi, in relazione agli stimoli fisico-ambientali, tramite un dispositivo di monitoraggio continuo.
L’obiettivo dell’aeroponica è quello di raggiungere condizioni che incrementino sviluppo, salute, fioritura e fruttificazione della pianta.
L’ambiente chiuso, e idealmente isolato dall’esterno, combinato con l’assenza di terreno, permette inoltre di evitare l’esposizione delle piante ad agenti infestanti e patogeni facilitando ulteriormente il loro sviluppo. Notevole è anche il livello di ossigenazione dell’ apparato radicale che questa tecnica permette.
La pianta, nel caso in questione, non viene sommersa in sostanze nutritive ma sospesa in un ambiente nebulizzato. Tale sistema evita la formazione di muffe, virus o batteri, come ad esempio la salmonella.
GIULIO INNOCENTI MUCCI