Treni da piangere
Stazione di Bologna, deve andare in bagno ma trattiene, non trova i servizi, deve prendere il treno per Bolzano, ha fatto il biglietto un mese fa per approfittare delle facilitazioni di Trenitalia. Decide di aspettare il treno, ma è arrivata con grande anticipo. Sale bella bella, col suo vestitino aragosta, stavolta ha anche un pasto preparato per il viaggio. Cerca un bagno nel freccia argento. Sono tutti rotti, tranne quello in prima classe. Finalmente dopo una lunga fila riesce a ritornare al suo posto. 9c, Carrozza 5. Tira fuori il suo pasto e lo offre al cinese di fronte, che la guarda E le dice “No glazie”. Passa il controllore e “abbiamo già visto i biglietti? chiede. Sta per andare avanti, intercetta il suo sorriso e lei gli mostra il biglietto elettronico. Lui controlla e le chiede dove è seduta? e lei 9c carrozza 5. no ma… Il biglietto è di ieri, si è sbagliata ha fatto un biglietto per ieri, doveva partire il giorno prima. Deve rifare il biglietto Bologna Bolzano. No, peccato, vabbé chi sbaglia paga. Tira fuori la carta di credito, non funziona il pin. Prova con un’altra carta, un bancomat e chiede, ma qual’è l’importo del biglietto? Ha solo 60 euro nel bancomat. Il controllore, 92 euro? Cosa? “Si è la legge, in treno, 92 euro.” “Ma non è giusto, io ho un biglietto e anche se non è valido la multa di 50 euro è sproporzionata.” Si è sbagliata, certo, ma non le è mai successo, gli mostra i biglietti elettronici già fatti. Sono numerosi, lui si arrabbia. Lei deve scendere a Verona. “Non posso dice lei che deve essere a Bolzano entro le 16” “per fare?” “devo insegnare” “Bella insegnante, complimenti! Bell’esempio!!” La collega capotreno è allibita, cerca di farlo ragionare e questo lo irrita ancora di più, diventa violento verbalmente alza la voce, dice ecco, i soliti italiani, e lei aggiunge “che fanno il biglietto. No scusi ma il treno ha moltissimi posti liberi perché deve fare una multa così grave?” qualcuno gli chiede se prende una percentuale dalle multe fatte. Lei è in imbarazzo e lo prega di spostarsi per parlare senza che la gente intervenga.
Vanno nel vagone ristorante e lui dice che lei deve scendere a Verona. Lei dice che le ha fatto un verbale fino a Bolzano e scenderà a Bolzano. Lo zelante funzionario dice che deve scendere a Verona o chiama la polizia, lei lo invita a chiamarla, la collega di lui cerca di fare capire che se uno fa il verbale a una persona che ha già fatto il biglietto e se glielo fa fino a Bolzano … che si vede chiaro come il sole che non aveva intenzione di frodare ma è per sbaglio partita il giorno dopo, non può essere così crudele. Crudele e zelante, con chi paga il biglietto. Vuole farle 3 verbali uno a Verona, uno a Trento e l’altro …. ? A fine corsa treno? Lei cerca gentilmente di fargli capire che non può. Lui si arrabbia perché lei non ha la carta di identità ma il passaporto. Riscrive il verbale 5 volte e urla. La gente solidarizza con lei e lui, sentendo il clima ostile, diventa ancora più zelante. Lei tratteneva le lacrime. Con la voce incrinata firma alla fine il verbale. L’ho vista piangere e cercare di entrare in bagno, ma sono tutti fuori servizio, tranne uno in prima classe.