Emergenza coronavirus, non sbraitate contro reddito di cittadinanza e quota 100
Allora, siamo chiusi in Lombardia. Se è necessario, ovviamente mi adeguo e non faccio polemiche. Una questione però delle ultime settimane non capisco, e vorrei fare un po’ di chiarezza insieme a voi. “Manipolare la paura è la più efficace forma di controllo delle classi dirigenti sui ceti subalterni”, ho scritto su Fb qualche giorno fa. In questi giorni sui media è ormai un mantra continuo lo spettro della recessione, che ci viene paventato ormai come prossimo e incombente. Venerdì sera 6 marzo, però, rientrando dal lavoro, ho ascoltato un’intervista al prof. Tria, ministro dell’economia dello scorso governo giallo-verde. Era il programma Zapping, su RaiRadiouno, e vi consiglio vivamente di cercarla sul podcast e di ascoltarla. Io non so nulla di economia, ma cercherò di spiegare quello che ho capito. Noi siamo di fronte a un’epidemia (o pandemia, che ha spiegato Mirabella su Raitre, nell’etimologia del termine è più o meno la stessa cosa). Economicamente questi eventi sono trattati alla stregua di una crisi temporanea dovuta a fattori esterni naturali, assolutamente non voluti e non prevedibili. Questa situazione non è minimamente paragonabile a quella del 2008, una crisi economica nata all’interno del sistema finanziario globale. Il governo in questi casi una sola cosa deve fare, mettere da subito in campo miliardi e miliardi per fronteggiare la situazione, ed è quello che sta facendo. L’unica cosa importantissima è che questa marea di soldi devono assolutamente essere indirizzati e usati nel modo giusto, pena l’inutilità dei provvedimenti. Non a caso l’UE permette in casi come questi di sforare il deficit previsto nella legge di bilancio. Perché i miliardi stanziati creano un “deficit non strutturale”, un deficit temporaneo utile allo scopo di parcheggiare temporaneamente la crisi e far ripartire l’economia, magari anche meglio di prima della crisi. Ora, il prof. Tria nello scorso governo aveva concordato dopo enormi fatiche e trattative, con minacce continue di procedure di infrazione, un rapporto deficit/pil del 2,2. Si è saputo pochi giorni fa che nel 2019 e stato raggiunto l’1,6, di molto migliore rispetto a quello previsto, nonostante misure per molti catastrofiche come RdC e Quota 100. Lo so bene che il problema spinoso dell’Italia è il debito pubblico, ma mi pare di aver capito che in questo frangente e con le leggi di bilancio approvate 2019 e 2020 questa questione non c’entra proprio niente, o meglio queste leggi e i provvedimenti tampone sono stati varati nell’ambito della consapevolezza comune a UE e governo italiano di questo problema. Il prof. Tria ha affermato che questo genere di crisi temporanee dovute a pandemie creano un effetto a V, un grosso picco calante seguito da una rinascita economica altrettanto rapida, tutto dipende ovviamente da quanto dura la crisi sanitaria. Se si interviene nel modo giusto, economicamente niente di catastrofico. Gli analisti finanziari queste cose le sanno molto bene. Quindi, dico io ad esempio, tutti coloro che in questo momento sbraitano contro le due misure bandiera del M5S Rdc e Quota 100 lo fanno in modo strumentale, innescando un vero e proprio sciacallaggio per appropiarsi delle risorse stanziate per queste due ottime misure di welfare, in legge di bilancio e quindi “sicure” dal punto di vista del deficit strutturale. Ovviamente tenendo conto della possibile incertezza legata alle nostre vite terrene. Ma questo è un altro discorso. Spero di non avervi annoiato, vi riconsiglio se ne avete tempo e voglia di seguire l’intervista a Tria, e chiudo ricordando un vecchio consiglio che mi ripeteva spesso mia madre: “Devi essere sempre onesto, ma devi sempre fare in modo di non farti fregare, mai.” Ecco, cerchiamo di non farci fregare il poco welfare che abbiamo con fatica ottenuto in questi anni. I falchi, gli avvoltoi e gli sciacalli sono sempre in agguato. Non gli animali incolpevoli però, quelli umani. Vi ringrazio per la pazienza se mi avete seguito sin qui, ditemi se mai cosa ne pensate. Saluti a tutti.