“Libera i tuoi prigionieri” inedito di Paolo Marraffa
Aiuto alla Chiesa che Soffre Fondazione pontificia fondata nel 1947 e attualmente presente in 23 Paesi con altrettante Sedi nazionali che attua progetti per sostenere la pastorale della Chiesa dove essa è perseguitata, discriminata o priva di mezzi, ha di recente pubblicato il report “libera i tuoi prigionieri” sui cristiani ingiustamente detenuti per la loro fede.
Acs informa sulla realtà quotidiana della Chiesa che soffre, prega per i Cristiani perseguitati e aiuta concretamente le comunità che soffrono a causa della povertà e della persecuzione.
Asia Bibi è l’icona del gruppo: una donna pakistana condannata a morte per un crimine che non ha mai commesso e simbolo dell’avversione al cristianesimo in Pakistan.
I Paesi che più soffrono di questa piaga sono: Cina, Eritrea, Nigeria e Pakistan.
Facendo un focus sulla Cina comunista osserviamo come: i Mons. James Su Zhimin e Augustine Cui Tai, i Padri Zhang Gulin e Wang Zhong e i Pastori Wang Yi e Zhang Shaqhie e altri soffrono per l’ingiusta detenzione.In Cina dal caso principale emerge che pur non essendo mai stato processato o ufficialmente condannato, il Vescovo di Baoding James Su Zhimin è stato in carcere per quasi un quarto di secolo, dopo essere stato arrestato nel 1996 e che le autorità si sono rifiutate di confermare alla sua famiglia se egli sia ancora vivo o meno.
Il sistema carcerario dello Stato presenta effettivamente delle criticità gravi e nessuna tutela per i detenuti che finiscono per diventare povere vittime del sistema.
In Eritrea vi sono altrettanti casi di ingiusta detenzione, ad esempio: il Patriarca Abune Antonios, Twen Theodros, 150 cristiani evangelici, 33 donne cristiane e i monaci del monastero di Debre Bizen. Il patriarca della Chiesa eritrea ortodossa di Tawahedo è agli arresti domiciliari dal 2007, sebbene non sia mai stata presentata alcuna accusa formale contro di lui.
“I membri di altre fedi vengono regolarmente arrestati, molestati, picchiati, ripetutamente esortati a negare la propria fede e detenuti in più di 300 siti in tutta l’Eritrea”.
Diversi sono poi i casi dei cristiani ingiustamente detenuti in odio alla fede cattolica in Nigeria, tra cui: Leah Sharibu, il Reverendo Lawan Andimi, Alice Ngaddah, Michael Nnadi e Bitrus Tarfa.
“Delle oltre 100 studentesse rapite da Boko Haram nel febbraio 2018,126 Leah Sharibu è stata l’unica cristiana tra le rapite e l’unica prigioniera a non essere successivamente rilasciata, perché ha rifiutato di rinunciare alla fede come prezzo della sua libertà. Il 14 maggio 2020, dopo 814 giorni di segregazione, Leah ha compiuto 17 anni”.
Infine, dei cristiani ingiustamente detenuti in odio alla fede cattolica in Pakistan, il report cita i casi di: Maira Shahbaz, Imran Masih, Huma Younus, Sadaf Masih, Shehzad Masih.
Maira aveva solo 14 anni quando è stata rapita, minacciata, filmata, stuprata e costretta a rinnegare la sua fede e a sposarsi. Riuscì a scappare dopo essere stata minacciata di morte.
Khalil Tahir Sandhu, che ha rappresentato in tribunale la famiglia di Maira, ha denunciato Nakash e i suoi complici affermando:
«Ciò che il signor Nakash e i suoi complici hanno fatto è chiaramente contrario alla legge. Hanno attuato un rapimento sotto la minaccia delle armi e organizzato il matrimonio di una minore, senza chiedere alcun permesso né alla madre né alla prima moglie e producendo davanti alla Corte un certificato di matrimonio che si sapeva essere falso. Le persone che fanno questo genere di cose a una bambina come Maira ci trattano non come esseri umani, ma come animali».
Enti come l’Onu, la Santa Sede e altri dovrebbero unirsi per imporre ai governi delle sanzioni serie contro abusi di questo tipo e in nessun caso, la fede può essere considerata causa di tali atrocità. L’odio che alcune persone nutrono nei confronti della religione o di uno specifico sistema di valori è pericoloso e va eliminato pacificamente.