Supporto Formazione e Lavoro ideato dal Governo Meloni: la mia esperienza (parte seconda)

Sei mesi fa descrissi un resoconto della fantozziana esperienza d’inserimento nel programma ideato dal governo Meloni per reinserire nel mondo del lavoro chi per motivi di età o di de-popolamento e de-industrializzazione delle province ne era stato escluso, chi vuole farsi due risate sulle disavventure di chi scrive può recuperare il primo tragico racconto,

Riassumendo, la precedente puntata era finita parlando del corso finalmente iniziato per una strana coincidenza ad inizio dicembre 2023 pochi giorni dopo l’articolo del Fatto, Reddito di cittadinanza. “Mai visto un euro”: così Meloni molla gli occupabili e delle disavventure patite aspettando la seconda mensilità arrivata come purtroppo previsto più di due mesi dopo.

Prima di continuare la storia torniamo un po’ indietro nel tempo, prima che si potesse fare la richiesta per il Supporto Formazione e lavoro per non lasciare nulla di intentato ho sfruttato la possibilità di affidarmi per due mesi ad un’agenzia del lavoro scegliendone una presente nel capoluogo di provincia, dopo vari appuntamenti atti alla profilazione e denaro prezioso speso per il carburante, l’addetta mi ha prospettato la cruda realtà e cioè che l’unico modo per rientrare nel mondo del lavoro, principalmente a causa dell’età troppo vicina ai 50 anni, era attraverso i tirocini. Tornando al presente, il corso è finito a maggio dopo aver seguito attentamente le 300 ore previste ed adesso sto aspettando da più di due mesi di essere convocato per svolgere l’esame… Il sussidio è stato interrotto, secondo l’INPS ed il centro per l’impiego per errore, errore che però perdura da più di due mesi col risultato di poter mangiare solo pasta in bianco e soprattutto di essere costretto a stoppare la ricerca di lavoro, non avendo carburante per partecipare ai colloqui e coi concorsi statali che ormai sono diventati tutti a pagamento. Ma di questo probabilmente parleremo fra qualche mese quando il Ministero del lavoro forse risponderà alla mia richiesta di chiarimenti. Quello di cui voglio parlare in questa puntata è la stortura del sistema che mi ha proibito di rientrare nel mondo del lavoro attraverso i tirocini che come scritto secondo un esperta del settore era il mio unico modo per trovare un’occupazione stabile. Infatti a giugno i servizi sociali del comune di residenza conoscendo la situazione molto difficile in cui mi trovo hanno avuto la gentilezza di convocarmi per segnalarmi la partenza dei tirocini, cioè la tipologia di intervento statale che dà maggiori risultati per quanto riguarda il reinserimento nel mondo del lavoro di chi come me viene scartato ai colloqui di lavoro perché troppo vicino ai 50 anni. Purtroppo il Governo Meloni a differenza di qualsiasi imprenditore con un grammo di competenza, ha fatto in modo di escludere a prescindere proprio le persone su cui ha investito per formarle, cioè chi ha aderito al programma di Supporto per la Formazione e il Lavoro, che logicamente coincide anche con la fascia economicamente più fragile degli occupabili. Inoltre, sempre per una strana coincidenza sembra che la velocità con la quale si dovevano organizzare i tirocini fosse inversamente proporzionale a quella con cui si devono ancora organizzare gli esami del Supporto Formazione e Lavoro, quasi come se il governo volesse evitare a tutti i costi di dare il lavoro a chi aveva formato per lavorare. L’impiegato del Centro per l’impiego mi ha semplicemente detto che fino a quando sono nel programma di SFL (la L di lavoro dopo la F di formazione per il governo è chiaramente un ossimoro) loro non possono spostarmi nel profilo di chi può partecipare ai tirocini, ma quando ho chiesto una spiegazione logica naturalmente è stato in silenzio, quindi ho deciso di contattare il Ministero del Lavoro scrivendo il 12 giugno “Buongiorno, vi contatto per segnalare l’ennesima stortura del sistema. Sono un percettore del sussidio di SFL che ha partecipato attivamente alle 300 ore del corso di formazione e sono in attesa della comunicazione per svolgere l’esame da un mese circa. Il comune di residenza conoscendo la mia condizione di estrema difficoltà economica mi ha prontamente comunicato l’avvio dei tirocini facenti parte anche loro del Programma GOL, ma contattato il centro per l’impiego mi hanno riferito che, nonostante prenderò il sussidio solo fino ad agosto, sono incompatibile con questa possibilità di lavoro, che peraltro è estremamente temporanea, fino ad ottobre. In poche parole la formazione per il lavoro è incompatibile col lavoro…

Sbaglia il centro per l’impiego o è il ministero a creare queste barriere burocratiche a chi si trova già in difficoltà?”. Soltanto oggi 5 agosto 2024, proprio al limite dei due mesi il Ministero del lavoro si è degnato di rispondere: “In caso di avvio di un’attività di lavoro dipendente da parte di uno o più componenti il nucleo familiare nel corso dell’erogazione del SFL, il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi annui.

Sono comunicati a INPS esclusivamente i redditi eccedenti tale limite massimo con riferimento alla parte eccedente. Il reddito da lavoro eccedente la soglia concorre alla determinazione del beneficio economico a decorrere dal mese successivo a quello della variazione e fino a quando il maggior reddito non è recepito nell’ISEE per l’intera annualità. L’avvio dell’attività di lavoro dipendente è desunto dalle comunicazioni obbligatorie. Il reddito derivante dall’attività è comunque comunicato dal lavoratore all’INPS entro trenta giorni dall’avvio della medesima. Nel caso in cui la comunicazione da parte del lavoratore non sia stata resa, l’erogazione del beneficio è sospesa fintanto che non si sia ottemperato a tale obbligo e comunque non oltre tre mesi dall’avvio dell’attività, decorsi i quali il diritto alla prestazione decade”. Ora non credo che il Conte Mascetti sia diventato un personaggio reale e che risponda per il Ministero del lavoro, probabilmente non avendo risposte valide o non sapendo cosa stanno combinando, hanno semplicemente inviato una risposta precompilata. Capisco che la povertà in Italia, secondo i dati della rete Caritas, è ai massimi storici, ma credo che sia un po’ estrema la soluzione del centrodestra di eliminare la povertà, eliminando i poveri… I.M.