San Marino riconosce la Palestina: un piccolo Stato che manda un segnale grande

La Repubblica di San Marino ha deciso di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina. Una scelta che assume un significato politico e simbolico rilevante, un gesto che non modifica da solo gli equilibri in Medio Oriente ma che manda un segnale chiaro di solidarietà e di adesione ai principi di pace, libertà e giustizia.

Il riconoscimento non è nato soltanto nelle stanze delle istituzioni, ma è stato favorito anche da una mobilitazione crescente della società civile. Negli ultimi mesi associazioni, gruppi giovanili e singoli cittadini hanno chiesto con insistenza che il Paese prendesse posizione. Questo dimostra come la voce della cittadinanza possa incidere e spingere la politica a compiere un passo coraggioso.

L’iter istituzionale ha seguito un percorso preciso. A San Marino le mozioni parlamentari assumono la forma di ordini del giorno: è proprio attraverso un ordine del giorno, approvato dal Consiglio Grande e Generale, che è stato chiesto al governo di esprimere un chiaro riconoscimento della Palestina. Successivamente, questo atto è stato trasformato in delibera del Congresso di Stato, cioè l’organo di governo della Repubblica, che ha formalizzato la decisione. Il tutto è avvenuto in concomitanza con l’apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, così che la posizione sammarinese si inserisse pienamente nel dibattito internazionale sul futuro del Medio Oriente.

Il riconoscimento, però, non rappresenta la fine di un percorso, ma l’inizio di una sfida più complessa: trasformare un atto simbolico in un contributo concreto al dialogo e alla costruzione di uno Stato palestinese effettivamente sovrano. È questa la parte più difficile. Ma proprio per questo, il gesto ricorda al mondo una lezione semplice: la pace non nasce dall’indifferenza, bensì da scelte coraggiose che possono aprire la strada a cambiamenti più grandi.