Ddl. INSicurezza: quando i numeri fanno la differenza.

È stato approvato mercoledì 11 alla Camera l’Art. 14 del ddl Sicurezza; un vero e proprio tomboliere dove i numeri vengono scelti ad occhi chiusi. Ad oggi il reato di occupazione abusiva, il blocco stradale e ferroviario saranno considerati come reati penali, punibili con il carcere. Entriamo nello specifico. Con il nuovo provvedimento la pena per occupazione abusiva va da due a sette anni di carcere, mentre con l’articolo in vigore precedentemente era prevista la deposizione della “querela della persona offesa, con reclusione da uno a tre anni e il risarcimento compreso tra i 103 e i 1.032 euro”. Senza considerare eventuali aggravanti che comunque non raggiungerebbero la pena massima prevista del nuovo ddl Sicurezza.

Il blocco ferroviario o stradale, con la precedente legge prevedeva il pagamento di una multa che oscillava tra i 1.000 e i 4.000 euro. Grandi numeri certo, ma che non contemplavano il carcere; mentre con la modifica che è stata attuata, la somma da pagare è diminuita, ma sono stati aggiunti dai sei ai due anni di carcere. Si tratta di numeri che se lasciati alla loro natura risultano incompresi, ma se posti a paragone con altri tipi reati travalicano l’imbarazzante. Per esempio la legge per il reato di Associazione a delinquere prevede una condanna che va da uno a cinque anni per i soli partecipanti, invece per “coloro che promuovono o costituiscono od organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da tre a sette anni”. Il reato di stalking è accompagnato dalla “reclusione da un anno a sei anni e sei mesi”, quasi quanto occupare abusivamente un’immobile abbandonato.

All’approvazione dell’art.14, partiti di centro-sinistra, sindacati e organizzazioni giovanili hanno subito inneggiato alla violazione del diritto di manifestare. Prima fra le tante la segretaria della Cgil, Lara Ghiglione, secondo cui l’articolo 14 sia stato fatto per “colpire in maniera indiscriminata chi esprime il proprio dissenso alle scelte compiute dal Governo” tenendo nel mirino attivisti, studenti e lavoratori. Senza cadere nella più banale tattica delle rivendicazioni dei diritti dei cittadini, c’è da rabbrividire quando leggi che non necessitano (se non in maniera minima) di modifiche ne sono pienamente inondate, mentre quelle leggi che richiedono una nuova natura vengono lasciate nel dimenticatoio o appena citate in campagna elettorale o quando si accenna ad una perdita del consenso dell’elettorato.

Il cammino per l’approvazione del ddl. Sicurezza non è ancora concluso. Nel frattempo attendiamo altre insensate e imbarazzati modifiche che certifichino l’incompetenza dell’attuale Governo Meloni.

Chiesi Martina.