Cara (un modo di dire) Sig.ra Ursula Von Der Leyen, nonché Presidente della Commissione Europea,

La pregherei di farmi un favore personale anche se non mi conosce e non Le sono nemmeno utile, ma Le assicuro che ne varrà la pena.

Dovrebbe andare nella Sua camera e sedersi sul letto, meglio se in penombra – aiuta a concentrarsi – e provare ad immaginare, anche se credo che per Lei sia uno sforzo titanico, una guerra qualsiasi.

Ma non da spettatore, come quelle che abbiamo letto sui libri o vediamo in televisione (sono orribili ma comunque lontane). Immagini il momento esatto in cui, nel bel mezzo di una cena, o mentre sto zappando, o facendo l’amore, o insegnando matematica a mio figlio, arrivi una bomba che in un amen azzeri tutto.

Pazienza per i morti, ma immagini quelli rimasti: senza gambe o ciechi o cerebralmente lesi o con un pezzo di figlio in braccio. Per non parlare dei giorni successivi, dove le violenze sulle donne, sui bambini e sui “diversi” esalteranno i fanatici fino alla follia.

E immagini che in quella bolgia infernale ci siano i suoi figli o i suoi cari, o Lei stessa, in cerca anche di un topo morto da m