Mestre, all’ombra di Venezia
Vi sono posti nel mondo, e anche in Italia, che nel tempo hanno costruito il loro “brand” come peggiori posti dove poter vivere… o tentare di vivere: il Bronx, le favelas di Rio, Scampia e diverse altre si sono guadagnate il marchio, seppur poco invidiabile, di “posti di merda”.
Vi sono tuttavia delle amene e anonime località che, per qualità della vita, possono ambire a entrare nel ranking dei peggiori posti dove risiedere.
Uno di questi è il quartiere Piave a Mestre.
In quest’area, l’amministrazione ha voluto concentrare tutta la criminalità di estrazione magrebina e nigeriana, che evidentemente si ritiene non debba andare a contaminare la vetrina internazionale di Venezia.
Furti, scippi, accoltellamenti sono all’ordine del giorno e la presenza delle forze dell’ordine è assolutamente ininfluente rispetto a questo fenomeno che, negli anni, si è aggravato.
Chi vive qui difficilmente denuncia i reati che subisce, poiché sa che dovrebbe poi vedersela con i denunciati, che rimangono troppo spesso a piede libero; al contrario, si cerca di creare un qualche rapporto con i delinquenti della zona per poter avere una qualche garanzia di “immunità”.
Il seme delle mafie sta attecchendo.
Oltre a ciò, l’amministrazione comunale sta saturando la zona di grandi strutture ricettive, che sono una risorsa economica importante per la municipalità ma che il sindaco Brugnaro veste come operazione di riqualificazione della zona: niente di più bassamente falso.
Chi vive qui, oltre a stare in mezzo a siringhe, bottiglie rotte e tossici, deve anche sorbirsi il via vai di pullman a qualsiasi ora del giorno e della notte e una discoteca (dal mio punto di vista totalmente illegale per la sua ubicazione nel centro città) che tiene svegli tutti fino alle 3.00 di notte.
Le case si sono così svalutate che bisogna regalarle… o venderle a cinesi e pakistani, che ne fanno dei dormitori per decine di lavoratori impiegati in varie attività commerciali — per lo più attività “etniche” — e alla Fincantieri.
Nessuno sa, nessuno controlla.
La situazione è così assurdamente tragica che si potrebbe pensare a una regia per svuotare un’area che, dal punto di vista commerciale/residenziale, potrebbe prestarsi a uno sviluppo incredibile.
Le illazioni si sprecano, ma spesso la realtà purtroppo supera la fantasia.