Quelli lasciati a casa! Perché il contratto termina anche ai tempi del coronavirus
Li chiamiamo eroi. Sono tutte quelle persone che nonostante il pericolo ogni giorno mettono a rischio la propria salute per permettere a noi “privilegiati” di poter rimanere a casa e di poterci rifornire dei beni di prima necessità. Eppure, già li stiamo dimenticando. Così una ragazza di 22 anni nata a Napoli, ma che vive e lavora a Padova, si è ritrovata improvvisamente senza lavoro. Il suo contratto in scadenza non è stato rinnovato e in un momento del genere ovviamente non le è consentito tornare a casa. Avrebbe potuto decidere di lasciare tutto e tornare a Napoli alle prime avvisaglie dello scoppio dell’epidemia in Veneto. Ma non lo ha fatto, e con coraggio e senso del dovere è rimasta lì, dietro le casse di un supermercato perché, nonostante si dica spesso il contrario, anche i giovani sanno essere responsabili. Ma nemmeno questo ha impedito all’azienda di lasciarla a casa alla fine del contratto, dimenticandosi dell’emergenza, dimenticando il senso di responsabilità di una ragazza che ha deciso di mettere in secondo piano la sua salvaguardia personale e continuare a lavorare nonostante tutto. Perché il lavoro è lavoro, e non si molla. Ma troppo spesso la stessa premura dei dipendenti non è ricambiata dalle aziende, per le quali i lavoratori sembrano essere nient’altro che semplici pedine da poter usare a proprio piacimento e gettare via alla prima occasione. Non fa niente se “l’occasione” è una tragedia come questa. Il lavoro è lavoro. Per questo faccio una richiesta, ora che tanti medici e infermieri stanno lottando in prima linea per salvare tutte le vite possibili, ora che ci stiamo sacrificando stando in casa per preservare la nostra salute e quella degli altri, ora che più che mai, non lasciamo loro a casa. Non dimentichiamoli. Grazie.
Claudia Perrotti