Fontane a Roma in mezzo allo schifo c’è qualcosa di degno [FOTO]

Da pochi giorni sono terminati i lavori di manutenzione straordinaria della Fontana degli Artisti realizzata da Pietro Lombardi nel 1925 in Via Margutta a Roma. L’intervento è stato diretto dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è stato finanziato dal Lions Club Roma Aurelium, con un contributo di 10mila euro.
Le splendide fontane (ne ha fatte tante in quel periodo) di Lombardi, così come quelle coeve di Attilio Selva e Raffaele De Vico, rappresentano gli ultimi esempi di arredo urbano degno di tale nome … anche perché, quello è stato anche l’ultimo periodo storico in cui l’urbanistica dava importanza al disegno degli spazi urbani! Solo qualche anno più tardi, infatti, gli “urbanisti” italiani decisero di abdicare in favore dell’urbanistica “funzionale” interessata solo allo zoning.
Se pensiamo allo squallore di quello che è venuto dopo, viene davvero da ridere al pensiero che si continui ad inneggiare all’opera di quegli “urbanisti” ed architetti che si allontanarono dalla tradizione, ritenendoli come degli eroi, pionieri di una evoluzione culturale in campo urbanistico, architettonico e artistico.
Guardiamo a quelle che sono state le conseguenze di quello scellerato abbandono della tradizione, guardiamo che cosa è la Roma costruita dal dopoguerra ad oggi! Uno schifo da radere al suolo e ricostruire! Non solo per ragioni estetiche, ma anche per dare dignità a chi non abbia avuto altre scelte sul dove vivere!
Venendo ai giorni nostri, se penso agli abomini prodotti in occasione del concorso per le 100 piazze mi viene da piangere!
Pensiamo alle costosissime “fontana” e “piazza” di fronte agli edifici di Plinio Marconi lungo via Rolli … che tristezza! … Quattro mega-insalatiere lerce, poste ad un’altezza assurda che obbliga a vedere l’acqua dal basso, cosa parecchio difficile perché, ernie cervicali a parte, risulta impossibile effettuare una regolare pulitura del fondo delle “vasche” che si presentano opache e zozze … come accade per le coperture in vetro della recentissima ed orripilante Stazione Tiburtina.
Certi architetti dovrebbero imparare a comprendere che, se il rendering al computer mostra trasparenze accattivanti, la realtà della natura è ben altra. Si tratta di effetti collaterali calcolabili e non trascurabili!
Che dire dell’orrenda sistemazione “moderna” di Piazza San Cosimato e, soprattutto, degli “accattivanti odori” che possono sentirsi passando tra la “fontana” e il protiro della chiesa? queste “gradevolissime” sensazioni le dobbiamo alla nuova soluzione artistica dello spazio! Grazie!
La pseudo-cultura radical-chic – imposta con violenza nei licei artistici, nelle accademie di belle arti e nelle facoltà di architettura – ha condotto il Belpaese, invidiato dal mondo intero per ciò che è stato in grado di produrre in passato, ad essere quello dove si realizzano mostruosità di ogni genere col beneplacito di soprintendenti e cultori d’arte ed esperti di architettura.
Per non parlare male solo di Roma, pensiamo per esempio a quello che è diventata Piazza Verdi alla Spezia dopo il taglio dei pini secolari e l’inserimento di spazi assurdi dominati dai telai di Buren che sembrano ispirarsi alle simili strutture degli autolavaggi!
E allora??
Allora brindiamo al ritorno al suo originario splendore della Fontana degli Artisti, ma non abbassiamo la guardia, perché ora più che mai bisogna capire che, chi è preposto all’insegnamento nelle accademie di belle arti e nelle facoltà di architettura deve mettere da parte l’ideologia modaiola e imparare a far apprezzare opere come quelle di Lombardi e De Vico!
E’ ora di smetterla con l’istigazione degli studenti a scopiazzare le insulse porcherie delle star del momento, pubblicate sulle riviste patinate.
Ettore Maria Mazzola