Il mio viaggio con la discalculia: un deficit ancora poco compreso ma sempre più attuale

Il mio viaggio con la discalculia: un deficit ancora poco compreso ma sempre più attuale

Quando si parla di disturbi dell’apprendimento, siamo abituati a sentir nominare principalmente la dislessia. Tuttavia, esiste un altro deficit meno conosciuto ma altrettanto impattante: la discalculia. E questo deficit, per me, non è solo un concetto astratto. A 55 anni, dopo una vita di frustrazioni e dubbi, ho scoperto di essere discalculica.

Cos’è la discalculia?

La discalculia è un disturbo dell’apprendimento che riguarda la capacità di comprendere e lavorare con i numeri. Non si tratta solo di essere “poco bravi in matematica”: è un problema che può rendere estremamente difficile fare operazioni basilari, leggere orologi, seguire indicazioni numeriche e organizzarsi in base al tempo. Si manifesta spesso durante l’infanzia, ma come nel mio caso, può anche essere diagnosticata solo in età adulta, lasciando una lunga scia di confusione e frustrazione.

La mia scoperta tardiva

Per tutta la vita ho sentito che c’era qualcosa che non quadrava, ma non sapevo esattamente cosa. I numeri erano per me come una lingua straniera. Ho sempre trovato difficoltà a fare operazioni semplici e a ricordare numeri. Eppure, sono riuscita ad andare avanti, superando esami universitari, lavorando e gestendo la mia vita quotidiana senza mai sapere ufficialmente cosa mi stesse causando queste difficoltà.

Solo recentemente, grazie a test e informazioni che ora sono più facilmente accessibili, ho capito che il mio cervello funzionava diversamente. Ho fatto molti test online, e i risultati non sono mai scesi sotto il 90% di probabilità di discalculia. Ora, mi rendo conto che per tutta la vita ho compensato queste difficoltà con enormi sforzi mentali, a volte pagando un prezzo emotivo altissimo.

Il supporto che non ho avuto e quello che i bambini devono avere oggi

Scoprire di avere la discalculia è stato, da un lato, un sollievo, perché ha dato finalmente una risposta a tanti interrogativi. Ma è stato anche frustrante, perché mi sono resa conto di quanto avrebbe potuto essere diverso il mio percorso se avessi avuto il supporto necessario fin dall’infanzia.

Oggi, però, esistono strumenti e supporti riconosciuti per i bambini che soffrono di discalculia. È importante che la scuola sia informata su questo deficit, perché è un disturbo ufficialmente riconosciuto, e ci sono metodi che possono aiutare questi ragazzi a non sentirsi inadeguati o inferiori.

Gli strumenti giusti per i bambini con discalculia

Un aspetto fondamentale dell’insegnamento per i bambini con discalculia è adattare i metodi educativi per renderli più efficaci. Ad esempio:

• Visualizzazione dei numeri: utilizzando immagini e strumenti visivi, i numeri diventano più tangibili e comprensibili.

• Strumenti tecnologici: oggi ci sono app che aiutano i bambini a comprendere i concetti matematici in modo più intuitivo e ludico.

• Tempo e pazienza: un bambino con discalculia può impiegare più tempo per capire un concetto, ma con il giusto supporto, può superare queste difficoltà.

Perché ne parlo e cosa possiamo fare oggi

Parlo della discalculia non solo perché è una parte della mia storia personale, ma perché credo che ancora non se ne parli abbastanza. La dislessia è finalmente riconosciuta, discussa, e c’è una consapevolezza crescente attorno a essa. La discalculia, invece, resta nell’ombra, come se fosse una difficoltà secondaria, quando invece può avere un impatto altrettanto devastante sulla vita di chi ne soffre.

Rendere la discalculia un argomento di discussione è fondamentale per migliorare la consapevolezza generale, specialmente nelle scuole e nei luoghi di lavoro. È importante che gli adulti con discalculia, come me, abbiano gli strumenti necessari per comunicare le loro difficoltà e chiedere il supporto necessario.

Conclusioni

Il riconoscimento ufficiale della discalculia rappresenta un grande passo avanti, ma c’è ancora molta strada da fare. È fondamentale che ci sia una maggiore sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro, affinché nessuno debba affrontare queste difficoltà in solitudine. Spero che condividere la mia esperienza possa aiutare altre persone a capire che non sono sole e che oggi, finalmente, ci sono soluzioni e strumenti per affrontare e convivere con questo deficit.

Dottoressa Federica Baldinini

Esperta di dinamiche sociali e interessata ai disturbi dell’apprendimento.