La Calabria che funziona, 9 proposte per salvare il turismo
Ecco la Calabria che resiste quella che emerge dalla mappatura delle zone “che funzionano” fatta da Legambiente, quella che emerge anche da qualche foto amatoriale scattata dalla sottoscritta per scrivere racconti in cui descrivere gli angoli di una meravigliosa Calabria ancora immacolati, incontaminati, scampati allo scempio. Nella speranza che essi possano ispirare a capire che il vero “business” per la regione si cela nell’ambiente da tutelare.
Ecco le mie riflessioni o forse, è meglio chiamarle “proposte” che vorrei umilmente, porre all’attenzione del mondo politico, imprenditoriale, istituzionale, a chiunque lavori con la “risorsa mare”, a chiunque si occupi del nostro “patrimonio naturalistico e paesaggistico”.
Abbiamo un anno di tempo (periodico), per mettere in pratica cose semplici, che davvero potrebbero mettere la parola fine all’inquinamento del nostro mare, risorsa preziosa e notevole per la nostra penisola.
1) PARCO MARINO. Ecco la prima cosa da realizzare, fra i tanti disastri commessi, dai rifiuti alla cementificazione delle coste, che ha la grave colpa di aver eliminato i Parchi marini della Calabria. La loro re/istituzione e rifinanziamento è la prima cosa da fare per togliere al turismo selvaggio ed alla devastazione una risorsa ambientale di inestimabile valore che se attivata nel modo giusto attirerebbe un turismo qualificato e rispettoso dell’ambiente. Le isole più belle della Calabria, ogni anno sono circondate, da decine e decine di Yacht e barche a motore che ne distruggono la vivibilità. Si usano queste isole come se fossero Parco giochi. Ne depredano senza sosta pesci, crostacei e quant’altro senza alcun rispetto né regole. L’istituzione del parco vorrebbe dire, controllo dei fondali, della flora e della fauna, fine delle barche a motore incentivazione delle barche a remi e delle vele, controllo della pesca e possibilità di rilancio della pesca locale grazie al ripopolamento.
2) CONTROLLO DEI FIUMI. Difendere il parco marino vuol dire anche difendere i fiumi. Gli anelli di collegamento con il grande Parco del Pollino, anch’esso in stato di abbandono e ridotto a parco divertimenti. Seguire i fiumi e dirigersi verso la montagna ed i paesi dell’interno. I fiumi oggi sono senza alcun controllo, e spesso anche questi ridotti a luoghi dove ci si diverte e non dove si può vivere con la natura serenamente, conoscendone i luoghi. E’ facile pensare ad una videocamera di fronte ad una banca, ma non di fronte ad un ingresso di una strada che costeggia i fiumi.
3) TRACCIABILITA’ DEGLI AUTOSPURGO. In realtà non sappiamo cosa succede realmente ai liquami dei pozzi neri. Chiediamo che gli auto spurgo abbiano una tracciabilità di quanto estraggono e di quanto espellono quotidianamente. Chiediamo che quando entrano nei comuni ne diano segnalazione ai vigili urbani dichiarando dove vanno a lavorare sia in entrata che in uscita.
4) ABITABILITA’ SOLO A CHI E’ ALLACCIATO ALLA RETE FOGNARIA. Ci sono ancora interi villaggi non allacciati alla rete fognaria. I sindaci comunichino subito a tutti i condomini che se non provvederanno in questo inverno ad allacciarsi alla rete fognaria non verrà concessa loro l’abitabilità per la prossima stagione estiva.
5) BLOCCO DELLO STRASCICO. Questo è uno dei problemi più sottaciuti e sappiamo perché. Ogni giorno alla ricerca di pesce fresco e abbondante i pescherecci si avvicinano alla riva e distruggono il mare, le più pregiate spiagge e smuovono i fondali. Quelle bolle di schiuma che spesso appaiono nei nostri mari è opera di questo sommovimento .
La pesca allo strascico è vietata sotto costa ma si fa ogni giorno e davanti gli occhi di tutti mentre la capitaneria di porto controlla e misura gli spazi concessi ai lidi balneari. Basterebbe buttare massi arpionati nei fondali per far smettere in un solo giorno questo tipo di pesca.
6) I LIDI, SENTINELLE DEL MARE. I lidi balneari devono essere coinvolti in questa battaglia per il mare pulito. Se tutti i gestori dei lidi controllassero il loro pezzo di mare tutto sarebbe sotto controllo. I lidi devono mantenere le proprie spiagge pulite e così quelle viciniore ai loro stabilimenti. Devono fare raccolta differenziata e raccogliere i mozziconi di sigarette. Devono educare a rispettare il mare e a non uccidere per gioco, meduse o pescetti piccoli o depredare le scogliere di granchi e patelle.
7) STOP AI PORTI. I porti sono il fallimento della politica marinaresca. I porti sono un concentrato di barche inquinanti oltre che una barriera a mare che distrugge le correnti determinando erosione costiera.
8) CONTROLLO SUI DEPURATORI. I depuratori devono essere tenuti costantemente sotto controllo specie quelli dotati di condotte sottomarine che devono essere portate a due chilometri dalla riva ed a trenta metri di profondità.
9) CONTROLLO CAMPER. Chi gestisce campeggi per sosta camper deve essere munito di impianto biologico e controllare che tutto avvenga nel rispetto delle leggi.
Scrivo di questa Calabria dimora agognata d’immigrazione, e laboratorio di accoglienza antica, tra mare e monti, cielo sempre limpido; questa Calabria che non si vergogna di parlare, che diventa il mondo della riflessione del Poeta.
La mia riflessione. Riflessione che diviene amara, accorato appello quando i silenzi, i colori e i profumi li ripone nel ricordo, consapevole che è solo questione di tempo. Il sogno di crescere in un mondo migliore.
Teresa Averta