Le Saline di Tarquinia, una struttura che crolla nel silenzio di tutti

Ogni giorno decine di persone transitano su una struttura a rischio crollo… crollo che, qualora avvenisse, rischierebbe anche di compromettere gli equilibri di una riserva naturale.

Tutto ciò, nell’indifferenza di tutti: un gruppo di attivisti locali ha infatti promulgato appelli ad Agenzia del Demanio, Ministero dei Beni Culturali, Ministero dell’Ambiente, Regione Lazio, WWF, Unità per la Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri. Da mesi i media locali riportano periodicamente accorate denunce alle Istituzioni per richiedere un intervento, ma finora la risposta è stata soltanto un assordante silenzio.

La struttura in oggetto è la foce di ponente del Compendio delle Saline di Tarquinia, un molo che collega due delle spiagge più amate della cittadina tirrenica, blocco fondamentale per l’acqua del mare che altrimenti invaderebbe in maniera incontrollata la riserva naturale di ripopolamento animale Salina di Tarquinia.

Si tratta di una struttura in cemento armato che fu un elemento fondamentale delle gloriose ed abbandonate saline di Tarquinia, le uniche saline del Lazio, sviluppate attorno ad un borgo ottocentesco in pieno decadimento, abbandonato dalle Autorità, il cui decoro è demandato al buon cuore di chi da sempre vi abita, e che ora rischia anche di essere sfrattato.

Se per il Borgo gli abitanti delle Saline, capitanati dall’attivista ed ex politico PDL Alessio Gambetti, dopo anni di lotte hanno ottenuto un prossimo passaggio di consegne della proprietà dal Demanio al Comune, per la fatiscente foce di ponente ancora nulla si muove, e ci si trova nelle condizioni di attenderne il crollo da un momento all’altro. Ciò che potrebbe accadere da un momento all’altro, dunque, è una tragedia preannunciata: una struttura esposta a flutti continui che implode coinvolgendo chiunque vi transiti sopra.

Inoltre la circolazione delle acque della riserva costituisce il “cuore vitale” dello stesso sito naturale, e si basa su un delicato equilibrio del grado di salinità all’interno della zona umida: il
crollo della Foce di Ponente comprometterebbe tutto questo.

Scenario da brividi, insomma, ma a quanto pare troppi soggetti considerano il Compendio delle Saline solo come una gravosa patata bollente di cui lavarsi le mani qualunque cosa accada. Perché si, se si continua così qualcosa accadrà di certo. E a quel punto sarà davvero troppo tardi.