L’indifferenza: la vera lupara della mafia.
23 maggio strage di Capaci, la morte di Falcone, la moglie e gli uomini della scorta; 19 luglio strage di Via d’Amelio, morte di Paolo Borsellino. Sono le date in cui l’indifferenza nei confronti della mafia lascia il posto a tragici ricordi e all’indignazione popolare. Sono istanti, pochi giorni, il tempo giusto perché vengano condivisi aforismi o foto su Facebook. E poi? Poi si ritorna all’abnegazione e nell’indifferenza, al solito tran-tran, via l’indignazione e via i ricordi. L’indifferenza, ecco la vera lupara della mafia; silenziosa e senza proiettili, meno costosa e più efficace. Così, la silenziosa lupara permette alla mafia di agire, sopravvivere e muoversi indisturbata. L’indifferenza è l’equivalente del nascondere la polvere sotto il tappeto: si sa che c’è, ma la si nasconde perché è più semplice. Però la mafia non è solo il 23 maggio e il 19 luglio, la mafia è oggi, è domani e lo sarà finché non si dirà che la mafia va sconfitta, non solo combattuta. Dove lo Stato è assente, la criminalità organizzata non esita a farne le veci ed è quello che, soprattutto nelle Regioni del Sud Italia, accade da decenni. Anzi, pardon mi correggo: lo Stato italiano è presente, tanto che emana leggi a personam per la mafia. Un merito che va attribuito anche a Marta Cartabia, la quale giustamente ritiene che non può avvenire un fallimento dell’imprenditoria quindi chiunque abbia avuto rapporti con la mafia e durante il processo patteggia la propria pena, può tornare tranquillamente a produrre economia, a ricevere finanziamenti pubblici e partecipare a gare d’appalto. Tutto molto semplice e immediato. Una legge che non porta riflessioni, domande o indignazione, ma la silenziosa lupara: l’indifferenza. “Ormai l’hanno fatta cosa vuoi farci.” Un’indifferenza collettiva davanti a una legge che rende legale l’illegalità, dove la risposta a tutte le domande è che “…la gente di queste cose non vuole parlarne, perché si stanca”. Un altro colpo andato a segno della silenziosa lupara. Tra lo Stato che non fa lo Stato e l’indifferenza di massa, la mafia non verrà mai sconfitta; anzi, la verità è che non vogliamo sconfiggere niente, perché le estorsioni e i ricatti ci vanno bene, a noi la mafia ci piace, ci caratterizza, diciamolo che non vogliamo cambiare!Forse però questa non è la vera verità, forse dovremmo dire che in verità la mafia è una piaga non un vanto, dovremmo dire che il pizzo noi non lo vogliamo più pagare, dovremmo dire che la politica deve fare leggi concrete contro la mafia non pro mafia, dovremmo dire che a noi tutto questo non va bene. Ecco, questa è la verità coperta dalla silenziosa lupara.