Macina di San Cresci a rischio sfratto: parroco contro gli artisti, parte la mobilitazione
Nello storico complesso della Pieve di San Cresci a Montefioralle a Greve in Chianti, c’è il centro culturale e residenza per artisti “La Macina di San Cresci” che rappresenta un insediamento molto importante per il territorio: un luogo di scambio tra gli artisti, un polo interculturale;qui si ritrovano etnie, culture, ambiti sociali diversi, aldilà di ogni differenza; progetti di valorizzazione dell’area, corsi, presentazione di libri, mostre, convegni, negli anni, hanno fatto di questo centro, una realtà conosciuta a livello internazionale.
Alla base di questa vivace e feconda realtà, vigeva un patto, soprattutto di ordine morale: la Diocesi di Fiesole aveva salvato un proprio bene, affidandolo ad una coppia che lo ha restaurato e mantenuto a proprie spese e gli ha dato una destinazione culturale, in cambio della concessione di vivere tutta la loro vita lì.
Un patto trentennale di reciproco interesse, che si è improvvisamente rotto, in piena pandemia, per decisione del parroco di Greve, che ha sempre scelto di non conoscere questa storia né di dialogare con i suoi protagonisti.
A rischio chiusura . Sotto sfratto i suoi fondatori e animatori.
E’ stata attivata una petizione su change.org: https://chng.it/qpQngrrjf4 .
Vi chiediamo di firmare e far sentire la vostra voce contro questa vicenda immorale.
Lettere stanno arrivando al Vescovo di Fiesole affinchè intervenga, qui quella dello scrittore Gianfranco Sanguinetti:
A Sua Eccellenza Mario Meini
Vescovo di Fiesole
Praga, 10 maggio 2021
Eccellenza,
Mi son giunte fino a Praga, dove risiedo, inquietanti voci sul comportamento del parroco di Greve in Chianti, don Flavio Rossetti. Queste voci sembrerebbero confermare il progetto di metter fine all’esperienza de La Macina di San Cresci, e quindi a ciò che essa ha rappresentato, da oltre un quarto di secolo : un luogo d’incontro, di creazione e d’ispirazione per un nutrito gruppo di artisti internazionali.
Avevo avuto il privilegio di abitare nella parte allora abitabile della splendida, e a quel tempo fatiscente, Canonica di San Cresci nel 1972 e 1973, da me affittata dall’indimenticabile e carismatico don Ario Gabrielli, che fu l’ultimo parroco di Montefioralle. Prima di me la Canonica fu abitata dalla grande e celebre artista canadese, Françoise Sullivan, che compirà 100 anni nel 2023, e poi da Guy Debord e Alice Becker, francesi : tutti nomi oggi molto famosi. Mia madre, Teresa Mattei, veniva volentieri a trovarmi su quelle colline che erano i luoghi della sua lotta di Resistenza contro l’invasore germanico.
Ma San Cresci non è solo una incantevole Pieve con Canonica. E’ anche il centro di un progetto artistico internazionale. Facendo parte dell’Associazione Culturale La Macina di San Cresci, sono particolarmente toccato e sensibile al destino che la aspetta, attese le infelici e imprudenti iniziative dell’attuale parroco di Greve in Chianti.
Altri soci, sempre facenti parte del Consiglio direttivo dell’Associazione, mi hanno manifestato la loro più viva inquietudine : fra questi cito qui solo il Dr. Kevin Repp, direttore della sezione Europea della più importante biblioteca di manoscritti del mondo, la Beinecke Library dell’ l’Università di Yale (USA), Louise Déry, che dirige da 25 anni la Galleria UQAM, consacrata all’arte contemporanea, che si trova presso l’Università del Québec, a Montréal (Canada), Gérard Berréby, che dirige a Parigi le famose Editions ALLIA, distintesi e premiate, fra l’altro, per aver tradotto ed edito, per la prima volta al mondo, l’intera e incommensurabile opera di Leopardi in prosa.
Unica, fra tutte le Chiese esistenti, la Santa Romana Chiesa, che ha da sempre attirato a sé gli artisti, ha lasciato all’umanità una profonda traccia spirituale grazie alla promozione dell’arte, che ci è invidiata da tutti : è grazie ad essa se l’Italia è diventata nei secoli il centro del mondo per l’arte, per la musica, per il canto, senza possibili paragoni altrove.
San Cresci è un esempio vivente di questa più che millenaria tradizione. Sento dire che degli avvocati si mescolano alla questione di San Cresci : per questo mi rivolgo direttamente a Lei che sa bene che la giustizia esisteva prima delle leggi, e che niente è più comune che una legalità senza giustizia : ho poca fiducia nei legulei, ma molta negli uomini.
Duccio e Demetria Trassinelli sono ormai vecchi : ma è a loro che dobbiamo riconoscenza per l’opera di ricostruzione e di restauro filologico di San Cresci. Ma noi soci siamo riconoscenti a loro anche per esser riusciti a farne un vivace centro artistico internazionale, ormai ben noto nelle Università, nelle Accademie e nei Musei d’Oltralpe e d’oltre Atlantico.
San Cresci è l’opera della loro vita – ed è un progetto molto proficuo per la Chiesa, che ha interesse e convenienza ad assicurargli la continuità, riconoscendo così l’importanza del contributo che queste persone possono ancora apportare. Estrometterli brutalmente, come sembra intenzione di don Flavio Rossetti, oltre che somma ingiustizia, non sarebbe nell’interesse della Chiesa.
Confido, Eccellenza, nella Sua saggezza, prudenza e sapienza per prendere la decisione appropriata.
Gianfranco Sanguinetti