Un angolo di Tibet in Italia

Una pagina di grande impatto, in tema religioso e spirituale, è stata scritta, ad Arcidosso, sul Monte Amiata, dal lama Namkai Norbu Rimpoche, considerato uno dei principali maestri viventi del bhuddismo tibetano.
Il lama approda sull’Amiata nel 1981, alla ricerca di un luogo dove gettare le basi per costituire una comunità tibetana.
Durante il suo girovagare nei paesi della montagna amiatina si avventura nelle campagne di Arcidosso, dove si imbatte in alcune caprette di razza tibetana.
E’ per lui un segno tangibile del destino e decide di porre la prima pietra del suo progetto in quel luogo che, guarda caso, è situato di rimpetto al Monte Labbro, dove Davide Lazzaretti, “il profeta dell’Amiata”, fondò il movimento religioso – contadino giurisdavidico.
Nasce così, in località Poder Nuovo, la Comunità Merigar che, letteralmente, significa “residenza della montagna di fuoco”, simbolicamente “dimora dell’energia”.
In questo luogo ameno, al centro delle faggete amiatine, dei castagneti di Arcidosso, del brullo e pietroso Monte Labbro, da 34 anni il Maestro Norbu organizza seminari per lo studio e la pratica dello Dzogchen, uno degli insegnamenti più antichi della tradizione spirituale tibetana.
Nella località, con il tempo, “crescono” strutture facenti parte di una architettura e cultura distanti anni luce da quella locale.
La più maestosa e significativa è costituita dal GONPA o Tempio della Grande Contemplazione.
Ideato da Norbu stesso, è interamente costruito con materiali naturali e “ornato” da dipinti e decorazioni.
Molto caratteristico e suggestivo il suo centro rappresentato da un fiore di loto dal quale si irradiano raggi che corrispondono alle otto direzioni del mandala (cerchio-circonferenza) che rappresenta, secondo i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro ed attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente.
Negli otto lati del tempio sono raffigurati i principali maestri di tutte le tradizioni spirituali tibetane e divinità dall’aspetto pacifico, feroce e gioioso.
Il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso (oceano di saggezza) ha personalmente inaugurato nel 1990 questo importante scrigno dell’arte tibetana.
Altro monumento della Comunità, LO STUPA.
E’ un reliquario che rappresenta lo stato illuminato della mente con la funzione di favorire il benessere e la prosperità dei luoghi in cui sorge.
LO ZHIKHANG è invece un edificio che ospita la Sala del Mandala dove viene praticata la Danza del Vajra. Eseguita al suono di sillabe sacre (mantra), la Danza del Vajra è praticata su un Mandala che rappresenta simbolicamente la correlazione tra l’individuo e il mondo che lo circonda. I movimenti semplici e armoniosi sciolgono il corpo, rasserenano la mente e rilassano le tensioni della vita quotidiana. La Danza è uno degli Insegnamenti Dzogchen trasmessi da Chögyal Namkhai Norbu.
IL SERKHANG, è l’immobile adibito a segreteria, mensa e alloggio del custode. Ospita, fra le tante altre cose, una esposizione di pubblicazioni in italiano ed inglese del Maestro Norbu. E’ sede, inoltre, dell’organizzazione non governativa ASIA onlus.
Altra struttura presente nel luogo sacro è il Cinerario della Comunità Dzogchen. E’ locato vicino al Gompa ed ha un duplice scopo: custodire le ceneri dei praticanti defunti ed offrire uno spazio dove praticare la purificazione degli stessi ovverosia lo changchog (breve rito di purificazione per i defunti, che si tramanda da secoli nella tradizione tibetana ed è di grande beneficio).