Quando l’omicida è ‘uno straniero’
Nella mattinata dell’11 Dicembre del corrente anno 2017, a Lecce si verifica un incidente brutale. Un conducente d’auto ubriaco travolge uno scooter portato da un uomo di 63 anni con il figlio a seguito, soltanto diciassettenne. L’uomo muore sul colpo, mentre il ragazzo lotta ancora tra la vita e la morte.
Salta subito all’occhio di tutti la nazionalità del responsabile dell’accaduto, che è originario della Bulgaria: nessun articolo di cronaca tralascia il dettaglio. Risalta all’attenzione un post pubblicato su Facebook dall’ex sindaco di Lecce Paolo Perrone, amico dell’uomo deceduto, che non perde occasione di esprimere la sua vicinanza ai famigliari ed il rammarico per l’accaduto.
Se il tutto si fosse fermato lì, non ci sarebbe stato nulla di sbagliato, eppure purtroppo le sue parole sono andate un passo oltre il puro conforto, turbandomi. Egli scrive così come qui riportato:
“L’omicida è uno straniero, credo che ci importi poco, a meno che non si voglia cadere nella retorica della superficialità e della semplificazione. Ma visto che dai primissimi rilievi la sua posizione appare confusa, sono curioso di capire almeno cosa ci facesse a Lecce e se potesse starci.”
Questa sua affermazione scatena un’ondata di commenti esplicitamente in linea con quella retorica semplicistica e superficiale di cui forse Paolo parla, ed alla quale solitamente si affida il razzismo più contemporaneo e sottile, capace sempre di lasciarmi un senso d’amarezza molto profondo. Caro ex sindaco, il suo “credo che ci importi poco” non è bastato a nascondere la mano con cui aveva già scagliato la pietra, e non la redime dall’aver alimentato la cattiva informazione, perfetta per tutti coloro che delle loro disgrazie danno le colpe ai disgraziati. Non credo sia un mistero che a mettersi alla guida con un tasso alcolico superiore alla norma può essere davvero chiunque in Italia. C’è sempre stato chi ha difeso i colpevoli e chi le vittime, per un motivo o per un altro, ma che succede quando al volante non è un Italiano? Si dice che l’omicida è straniero. Perché?
Mi rattrista pensare che ci sia così tanta confusione da strumentalizzare determinati problemi per accanirsi su un tipo di discussione che ne concerne altri, di tutt’altro tipo. Le cose non sarebbero andate diversamente se questa persona, di cui non conosciamo nulla, non si fosse trovata in Italia. Domani o dopodomani o il mese prossimo un’altra vita sarebbe stata spezzata nello stesso identico modo da qualcun altro, magari italiano, magari no. Di questo ci rendiamo poco conto. Quindi, signor Perrone, non capisco perché la incuriosisce sapere se questa persona avesse il permesso di essere lì dov’era, piuttosto che conoscerne la storia. Piuttosto che sapere che tipo di provvedimenti riabilitativi, rieducativi e soprattutto necessari dovrebbero venir messi in atto per curare questa società malata, che crolla ogni giorno sotto il peso di questo tipo di comportamenti inosservati. Siamo sempre così pronti ad arrabbiarci, odiare, giudicare, senza fermarci nemmeno per un secondo a riflettere se non avremmo potuto essere noi a trovarci alla guida ubriachi di mattina presto, per una situazione x, di cui ancora nessuno di noi è a conoscenza. E’ importante capire, è importante comprendere, è importante conoscere con spirito critico la realtà di tutti i giorni, perché di superbia, rancore, ed aggressività abbiamo un mondo già pieno.
Coltivate la verità.