Come sono sopravvissuto a una giornata in spiaggia
Ebbene sì, terminato il campionato mondiale di calcio e non avendo più scuse per evitare le discese in spiaggia, ho caricato l’auto di bagagli e famiglia e mi ci sono recato, piuttosto di buonumore, pregustando una giornata all’insegna del relax e dello svago. Mai più errata fu tale previsione.
Trovare un posteggio libero tra i cartelli “passo carrabile”, ma senza l’apposita segnalazione della relativa ordinanza comunale, e pertanto illegittimi, o quelli occupati dai più disparati oggetti: sedie, comodini, stendini ed esseri umani, è stata un’impresa epica. Altrettanto è stato piazzare l’ombrellone nei pressi della battigia, intrufolandolo tra quelli già piazzati all’alba, alla stregua di segnaposto privilegiato, dai villeggianti ivi residenti. Non vi dico poi quando, accomodatomi sul mio bel telo da mare per prendere il sole, due giovanottoni hanno iniziato a giocare con i racchettoni distanti da me un paio i metri circa, tirando delle bordate ad una pallina da tennis, minando la mia incolumità fisica e, soprattutto, la mia tranquillità psicologica. Per disperazione sono andato a prendere qualcosa di fresco al bar, dove mi hanno appioppato uno scontrino il cui importo non corrispondeva con quello che avevo effettivamente pagato. Le mie rimostranze, sebbene moderate, hanno sortito l’effetto minaccioso e intimidatorio del bagnino; un omaccione alto e muscoloso, col quale ho deciso di non discutere per evidenti ragioni di sopravvivenza. Insomma, alla fine di tutte queste battaglie, sono tornato a casa con uno stato d’animo tra l’avvilito e l’irritato, con lo scampato pericolo di essere malmenato e con il rimpianto dei bei pomeriggi passati sul divano, con birra e condizionatore, a guardare il mondiale in tv.