Alzheimer nella vita quotidiana
Diario dal tunnel: stamattina sono arrivato nel momento sbagliato, è già capitato in tutti questi anni…l’ho cercata in camera e poi in salone, non c’era, le stavano facendo il bagno, l’ho sentito dopo…urla in fondo al corridoio, dalla stanza chiusa adibita all’igiene personale degli ospiti, urla così atroci che parevano quelle di un paziente in un operazione chirurgica senza anestesia, già sentite altre volte…difficile abituarsi, a gridare non era lei ma l’Alzheimer, la scomposta volontà di non essere toccata, di vedere mostri in ogni situazione che esuli dalla routine, dal contatto fisico con qualcosa di non familiare, fosse anche solo l’acqua, il sapone o lo shampoo e compare il terrore che la fa gridare come un maiale sgozzato fin farsi sentire attraverso le porte, i muri e pensavo a quelle ragazze che fan questo mestiere pesante, angeli, se lo fanno col cuore…un inferno per lei per poi calmarsi in pochi secondi finito tutto e scordarsi finanche di averlo fatto il bagno…ma non ho voluto aspettare oltre, son sceso a bere un caffè al bar e me ne sono andato…al pomeriggio era sorridente come sempre e non ricordava nulla, ovvio…nemmeno io, perché quando sorride scordo tutto e ci siam bevuti un bel caffè, due chiacchiere senza senso e due risate senza un perché…io e mio fratellino non molliamo per così poco, ci vuol ben altro, vero mamma?
Abbracciate i vostri cari, finché sono ancora loro e finché ci sono ancora, in tutti i sensi.