Italiani in fuga: “ma chance, mi è stata data in Francia. Ma quanta nostalgia”. La storia di Carlo

“L’importante per trovare subito un buon posto da ingegnere é laurearsi velocemente e con dei buoni voti”…é quello che tutti mi dicevano all’inizio del corso di studi in Ingegneria al Politecnico, ed io che sono un buon soldato, in 6 anni ho conseguito una doppia laurea (programma di doppia laurea Europeo) con dei buoni voti….dopodiché il deserto. Deserto non proprio, perché ho lavoricchiato con contratti a progetto pagati miseramente fin quando la mia ragazza dell’epoca, ora mia moglie, che nel frattempo aveva iniziato a lavorare in Francia mi ha semplicemente aperto gli occhi sul mercato del lavoro in Francia.
Ho mandato a cagare il mio “sfruttatore di lavoro” ed ho iniziato a cercare anche in Francia!
Il caso ha voluto che ricevetti nelllo stesso momento due proposte di lavoro come ingegnere una in Francia ed una in Italia.
In Italia si trattava di un posto in progettazione di impianti (perfetto) a Milano (vabbé pur di lavorare) per 15000 €/a (per i lettori ricordo che il salario minimo in Francia era di 14000 €/a…una cassiera non poteva e non puo guadagnare meno) per un contratto di inserzione al lavoro con messa alla prova per 2 anni!
In Francia si trattava di un posto in ufficio tecnico impiantista nucleare quadro, in Provenza per 33000/anno + 22 giorni di congedi supplementari in virtu della legge sulle 35 ore; per un contratto a termpo indeterminato con periodo di prova di 3 mesi.
Non ho messo tanto a decidere. Oggi, 13 anni dopo, so che le cose non sono cambiate è dunque non è solo una questione di ritardo perché le cose non cambiano se nessuno le vuole cambiare.
Nessuno si ribella e questo mi fa paura ed é per questa forma di sonnolenza sociale – non si tratta solo di stipendio – che é per me impossibile tornare a vivere in Italia (idea evocata più di una volta con mia moglie).
Attenzione, non é una pubblicità per venire in Francia ma un incitazione per chi legge a battersi per migliorare la propria condizione perché nessuno lo farà al posto vostro.
Io la facilità di essere partito la pago quotidianamente con il prezzo della nostalgia “del migrante” che non é, e mai sarà, a casa propria.