Crisi climatica, povertà energetica, caro bollette? Ecco di cosa c’è bisogno

Crisi climatica e inquinamento alle stelle. Il caro energia avanza stringendo d’assedio una già preoccupante povertà energetica. La sanità pubblica cede terreno a quella privata. Lo sviluppo urbano ed infrastrutturale (reale o fittizio? ndr) sorridono di rimando alla tutela ambientale. Nascono troppe poche “Gretine”, così come un certo mondo politico la definisce in modo irrisorio. Nascono troppi “Capitani e Feltri(ni)”, più avvezzi a far demagogia per slogan che non reale politica o giornalismo di informazione. Assieme a loro si moltiplicano progetti dal forte impatto ambientale e probabilmente poco utili ad un reale sviluppo territoriale. Sono un esempio, in Lombardia, la Pedemontana: “una ferita rossa sanguinante che mette a rischio l’esistenza di circa 500 specie”, così come in terra brianzola l’ha definita il Parco Agricolo Nord Est, e la non bancabile autostrada Cremona Mantova: un progetto fermo ancora in cantiere da oltre 20 anni con zero km realizzati e per il quale Regione Lombardia ha congelato oltre 100 milioni pubblici grazie anche ai fondi del PNRR.

L’impressione è quella che la politica sia un’eterna recita. Un grande spettacolo a cui il pubblico non sempre sa di assistere. Un teatro dell’assurdo, dove a furia di aspettare Godot, si son fermati pure gli orologi svizzeri.

La Lombardia – ormai da vent’anni – è una regione a guida centro Destra/Leghista. Si è affermata quella che Toqueville definiva la “tirannia della maggioranza”, ma l’assioma è che non sempre la maggioranza ha ragione. “Spesso – parafrasando il decalogo del buon politico di Don Luigi Sturzo – il no è più utile del sì”. E c’è un gruppo politico, quello del M5s, che sembra averlo capito bene: “È più facile dal no arrivare al sì che dal sì retrocedere al no”.

La Lombardia soffoca: assieme al traffico veicolare (in Lombardia circolano mediamente 7.850.589 veicoli ogni anno) ad impattare sono anche le emissioni industriali e i reflui zootecnici ricchi di azoto e fosforo. In tutta la regione ci sono circa 2 mila aziende con autorizzazione AIA, ossia aziende a forte rischio d’inquinamento.

Dati alla mano, secondo quanto ha dichiarato l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), solo nel 2019 (ultimi dati utili) in Europa ci sono state 307 mila morti premature dovute all’inquinamento. In Italia (circa 64 mila vittime nel totale ndr), il record va alla Lombardia con Cremona come capofila, prima città più inquinata del Paese e seconda in Europa. Nel capoluogo cremonese le morti premature registrate sono 127 ogni 100mila abitanti; circa 468 nel totale.

E se i numeri non bastassero, uno studio recente, condotto dalle università di Bari e Bologna assieme al Cnr, ha evidenziamo come il tasso di mortalità riferito ai tumori sarebbe più elevato laddove persiste un maggiore tasso di inquinamento. Ad evidenziarlo è stata anche Arpa Lombardia: “La combustione nell’industria contribuisce in modo significativo alla produzione di CO e NOx, così come per il trasporto su strada, causando problemi di salute tra cui le alterazioni della funzionalità respiratoria”.

In quale solco si inseriscono i politici? C’è chi dice sì al nucleare promettendo una centrale entro 7 anni in caso di vittoria alle Politiche. Ahimè il centro Destra ha vinto e ora c’è il rischio che Salvini mantenga la sua promessa. Poi c’è chi dice no, come cantava Vasco e lotta per una vera transizione ecologica, a favore della sostenibilità ambientale: il M5S.

Due categorie politiche contrapposte, ma in un certo senso entrambe populiste. Una comoda, la Lega, perché parla di pancia. Una scomoda, il M5s, perché mette sul piatto temi sociali difficili da (voler) affrontare, difficili da (voler) vedere.

Qualcuno dica a Salvini, che anziché parlare di nucleare, sarebbe più opportuno investire sulla decarbonizzazine dei territori, anche grazie ai fondi del PNRR.

Qualcuno dica a Salvini, che anziché parlare di nucleare, sarebbe più opportuno affrontare e sviluppare il concetto di CER, le Comunità energetiche rinnovabili”. De facto una grande occasione da cogliere, soprattutto in un momento di crisi energetica come quello che stiamo affrontando, poiché le Cer introducono e garantiscono un diritto fondamentale per ogni cittadino, quello all’Energia.

Un argomento più attuale che mai. Secondo dati Istat aggiornati a settembre 2022, i prezzi al consumo per le famiglie hanno subito un incremento pari al +8,6% rispetto al settembre 2021 e un incremento pari al +11,4% rispetto al settembre 2020.

Contestualmente, Nomisma Energia ha calcolato che, in relazione all’aggiornamento delle tariffe di Arera, i rincari legati all’approvvigionamento energetico – oggi ulteriormente aggravati dalla guerra tra Ucraina e Russia – possano incidere sulle famiglie italiane per un +59% per quanto concerne l’energia elettrica e per un +70% per quanto riguarda la fornitura di gas. “Si prospetta – ha riportato il Fondo monetario internazionale (Fmi) – un orizzonte nero, poiché Lo shock sull’energia non è di passaggio e il peggio deve ancora venire”.

Il quadro che spesso la politica dipinge è quello in cui – purtroppo – non c’è un’etica da seguire: non ci sono né buoni né cattivi, ma solo vincitori. E se nella teoria dovrebbero essere portatori di un’offerta politica, nella pratica inseguono e perseguono logiche spesso lobbistiche. Certo, gli elettori rimangono gli stakeholder, ma vengono visti piccone elementi ai quali fare qualche promessa qua e là, in cambio di voti.

Oggi il rincaro energetico rischia di essere un’ondata inflazionistica che colpirà soprattutto le famiglie più a basso reddito e che con sé porta il rischio di un allargamento della povertà e del disagio economico.

Battendosi contro visioni spesso miopi e prevenute, bisognerebbe forse dire più volte no a logiche di partito, agli slogan e alla politica di marketing. Bisognerebbe dire più volte sì a logiche di sostenibilità sociale e ambientale. Servirebbe soprattutto dire sì a quella che, oggi, costituisce una vera e propria rivoluzione sistemica, laddove il degrado energetico diventa degrado sociale. In altre parole, bisognerebbe avere il coraggio di rinnovarsi per innovare un sistema premiante, lo sviluppo di Comunità energetiche rinnovabili.

Massimo Chisari