L’Amiata nascosta dal gigante Enel Green Power
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Il Monte Amiata, antico vulcano spento del sud della Toscana, troneggia a cavallo fra le province di Siena e Grosseto, in una natura ricoperta da rigogliosi castagneti alla base e superbe faggete che ammantano tutto il cono fino alla cima. Si erge sulla Val d’Orcia, la Maremma, la vallata del lago di Bolsena, il Chianti e ad ogni passo propone bellezze paesaggistiche di sogno, incontaminati angoli di paradiso, superbi panorami, incomparabili atmosfere. E’ un territorio che madre natura ha disegnato con un pennello magico, attenta ad ogni minimo particolare, ad ogni millesimale dettaglio conferendogli il fregio di località turistica. Un territorio vocato a tale attività per gentile concessione di un Creatore fantasioso, raffinato, traboccante di idee.
Un territorio che, per scelte discutibilissime di politici e amministratori, che si sono susseguiti in decenni di storia repubblicana, è oggi costretto a fare i conti con il colosso Enel Green Power, che con le sue centrali idroelettriche sta inondando questo paesaggio incontaminato di fumi venefici mettendo a repentaglio la salute della gente che popola la terra amiatina.
Siamo così arrivati al paradosso che, per elemosinare un eventuale posto di lavoro, alcuni sindaci dei comuni amiatini sono disposti a svendere un tesoro di così grande valore evitando di guardarsi intorno e scoprire un patrimonio invidiabile sul quale “costruire” un futuro roseo e fiorente per tutte le comunità dell’Amiata con quel noto settore trainante che si chiama turismo.
E’ mai possibile che una terra come questa, dove Davide Lazzaretti detto “il profeta dell’Amiata” fondò sul Monte Labbro un movimento religioso contadino che raccolse migliaia di seguaci in Italia ed all’estero, dove il Lama Namkai Norbu, ha scelto il comune di Arcidosso per tramandare la religione buddista ed i suoi insegnamenti, dove fra Arcidosso e Santa Fiora esiste un sito dove sgorgano acque benefiche e salutari che, se sfruttate con la realizzazione di un polo termale, potrebbero cambiare radicalmente l’economia amiatina, dove esiste un Parco Faunistico di rilievo, un’oasi del wwf a Bosco Rocconi di Roccalbegna, una concreta possibilità di far riconoscere il Monte Labbro patrimonio dell’Unesco, debba sacrificare e gettare alle ortiche tutto questo ben di Dio, proseguire sulla suicida strada e sottomettersi al monopolio di un gigante dell’energia come l’Enel che mira esclusivamente a sfruttare il sottosuolo, con le conseguenze accennate, per i suoi esclusivi interessi?
E’ possibile mai che gli amministratori, di ogni appartenenza politica, non si coalizzino respingendo all’unanimità le avance, i dictat di Enel & Company e puntino ad uno sviluppo compatibile con le immense risorse presenti per una sana economia ed un occhio rivolto alla salute dei cittadini? E’ proprio così difficile?
Ecco una serie di immagini degli stupendi paesaggi amiatini, e purtroppo anche di immagini significative del deturpamento del paesaggio causato dalla presenza delle centrali Enel.