Test Medicina 2016: una prova NON del tutto autentica

Il test di Medicina dello scorso 6 settembre ha dato inizio anche quest’anno a una serie di numerose polemiche. Prima fra tutte, il ritorno alla “logica classica”, per alcuni tanto atteso e sperato, per altri un vero colpo di scena, abituati infatti ad un modello totalmente diverso quale quello imposto della logica Cambridge Assessment. A questa si aggiunge anche una prova non del tutto autentica e ricca di errori. Basti pensare, ad esempio, alla famosa domanda 16, quella sul peso medio degli italiani, per la quale il Miur ha deciso di attribuire a tutti i candidati ben +1.5 punti, indipendentemente dal fatto che il candidato X in questione abbia risposto o meno. “Una vera ingiustizia” affermano alcuni studenti che si vedono superare in graduatoria da chi a quella domanda non ha risposto. In dubbio è anche la domanda 33 sulla trascrittasi inversa. Ma non è tutto. Quest’anno la prova, che si è rivelata più facile rispetto agli scorsi anni, manca di autenticità. Molti studenti affermano infatti che la maggior parte delle domande non siano del tutto inedite, ma ripescate dai vari manuali di preparazione al test. Basti pensare alla domanda 4, alla domanda 23, la 32 e molte altre, tutte riprese da alcuni libri di preparazione al test. “Al momento ho trovato 4 domande del test identiche presenti dagli eserciziari”, afferma una studentessa e continua “a queste se ne aggiunge una ripresa dal test della Cattolica dello scorso anno (domanda 6) e una decina di domande simili o con traccia simile e risposte identiche, e viceversa”. Sebbene non sia specificata la formulazione di un test con domande inedite, è possibile leggere tra le righe del bando che questo dovrebbe appunto esserlo. Infatti, secondo il Decreto Ministeriale del 20 Maggio 2016 n. 312 “i quesiti oggetto delle prove di accesso ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico ad accesso programmato nazionale per l’anno accademico 2016/2017 sono stati predisposti da soggetti con comprovata competenza nelle materie d’esame, individuati nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e riservatezza […]” e “la validazione costituisce buona pratica raccomandata a livello internazionale al fine di verificare la validità dei quesiti e la correttezza dei dati scientifici ivi contenuti”. Molte domande erano già presenti nei libri utilizzati per la preparazione al test d’ammissione e prodotti da enti privati che pullulano nel mondo speculativo legati al test. In questo modo viene meno il principio di imparzialità da parte della commissione, favorendo indirettamente coloro i quali hanno preferito studiare su un libro piuttosto che un altro o hanno partecipato ai concorsi delle private rispetto a coloro che hanno preso parte alla sola prova pubblica nazionale. E ancora, viene meno la correttezza dei dati in relazione alla famosa domanda 16 che tanto sta facendo discutere e a cui sembra aggiungersi anche la domanda 33. Insomma una prova non del tutto autentica, piena di errori, mirata purtroppo a non tener conto delle conoscenze e delle competenze del singolo studente, per non parlare delle numerose irregolarità segnalate dagli studenti e verbalizzate durante la prova nei vari atenei italiani. Ancora una volta, il modello di selezione italiano fallisce e numerosissimi studenti vedono venir meno il loro diritto allo studio, nuovamente negato da un test sempre più vicino ad una lotteria. E’ sconcertante che per una selezione così importante e delicata vengano commessi errori tanto banali, sia per quanto riguarda il metodo di selezione, risultato fallimentare, che per i soggetti a cui è stata affidata la gestione delle domande e della prova per intero.